🚂Linea: Milano- Luino- Cadenazzo stazione di Caldè (andata)
🚂Linea: Laveno Mombello Lago-Varese Nord- Milano, stazione di Laveno Mombello Lago ( ritorno)
🏃Lunghezza:11km
⏰️Durata: 4H30
↗️Dislivello: 850m in salita, 860m in discesa
☀️Periodo consigliato: in tutte le stagioni
💪Difficoltà: impegnativo
La sicurezza per fare questo splendido itinerario è la corsa delle 8.05 da Milano Porta Garibaldi che porta direttamente a Caldè, sulla Milano-Luino-Cadenazzo. Si comincia a camminare sul ripido sentiero verso il Rifugio Grandi Adamoli, per poi continuare l’itinerario verso i Pizzoni di Laveno. Si scende così nella cittadina lacustre un tempo famosa per l’industria delle ceramiche. Un percorso totalmente panoramico, scorci splendidi sul Lago Maggiore con le vette ossolane e del Canton Ticino da un lato e sul Lago di Varese e quelli di Monate e Comabbio dall’altro. Per tornare a Milano ci si affida poi alle corse presenti ogni ora dalla stazione di Laveno-Mombello Lago o nell’altra fermata, in una posizione più marginale a fianco dell’ex fabbrica della Ceramica Lavenese, che collega Laveno a Gallarate con i treni TILO. Laveno, due stazioni che dovrebbero essere piene di escursionisti, in una zona perfetta per i trekking ferroviari.
Chi scende alla stazione di Caldè, non può che non rimaner colpito dall’edificio: un piccolo ma prezioso fabbricato viaggiatori in stile razionalista costruito per volere di Ernesto Torrusio, podestà di Milano e presidente dell’Inter e di Ezio Granelli, rappresentante farmaceutico e proprietario della San Pellegrino assidui villeggianti della località. Se Caldè, detta anche la Portofino del Lago Maggiore, fu durante il Ventennio Fascista meta di vacanza di vari ed importanti esponenti del partito, la stazione fu anche un luogo, di transito, speranza e solidarietà per i dissidenti politici ed ebrei che da qui cercarono di passare il confine verso la Svizzera. Insospettabili cittadini, uomini di chiesa e donne che proprio dall’ex casello trasformato in stazione, passando poi nei boschi sopra al paese accompagnavano i fuggiaschi verso la salvezza. Oggi questo luogo della memoria, con vista sulla Chiesa di Santa Veronica ed il particolare Monumento ai Marinai è il punto di partenza dell’itinerario.
Da qui si attraversa la SP69 dirigendosi verso la Via Cesare Battisti. Alla fine della via comincia il sentiero nel bosco che porta in località Pianeggi, dove poco dopo il sentiero non molto segnalato è ostruito da alberi caduti che vanno superati. Si prosegue ripidi nel bosco con alcuni scorci sul borgo di Caldè, frazione di Castelveccana anche chiamata la Portofino del Lago Maggiore e sulla zona boschiva dei Pizzoni di Laveno.
Il percorso piuttosto in salita arriva in prossimità del Pizzo di Cuvignone (1017 m s.l.m) dove si trova il rifugio Grandi Adamoli (977 m s.l.m) . La struttura era inizialmente utilizzata come alpeggio dagli abitanti della vicina Vararo, nel comune di Cittiglio. Negli anni venti del Novecento il Dopolavoro della Cartiera Donzelli di Besozzo affittò la struttura per farla diventare una casa vacanza per i figli dei dipendenti, al fine di promuovere sci ed escursionismo. Nel 1931 viene inaugurato il rifugio del CAI di Besozzo, intitolato a Giulio De Grandi Adamoli, giovane escursionista morto, i cui genitori finanziarono la costruzione del nuovo edificio. Dal caratteristico rifugio merita una deviazione al belvedere da cui si gode di un meraviglioso panorama sulla zona nord del lago, ben distinguendo Luino, Cannero e la zona svizzera del Gambarogno.
A fianco del Grandi Adamoli il sentiero risale nel prato per poi attraversare quasi subito la Strada Sant’Antonio Passo del Cuvignone e trovare così le indicazioni per i Pizzoni di Laveno che non sono altro che tre vette panoramiche in successione. Dopo la faticosa salita iniziale del percorso verso il rifugio, questo tratto presenta invece un dislivello davvero minimo (circa 80m in salita), si cammina nel bosco alternando numerosi punti panoramici, questa volta sulla zona verso Laveno e sulla sponda piemontese oltre che su Gavirate, il Lago di Varese e quello di Comabbio e Monate.
Si arriva cosi all’ultimo dei Pizzoni di Laveno ( 1018 m s.l.m) un panorama mozzafiato sulle montagne dell’Ossola, la città di Verbania, il Montorfano.
Si riscende a questo punto verso Casere, in un sentiero roccioso mediamente impegnativo con davanti il famoso Sasso del Ferro (1062 m s.l.m). Da Casere, in prossimità di un ristorante, si trova la ripida ma panoramica mulattiera con vista sull’Isola Madre e sull’Isolino di San Giovanni che porta sopra la frazione lavenese di Brena.
Da qui il percorso continua su strada asfaltata poco trafficata: la Via Vararo. Scendendo si vedono sempre più vicine la Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo e quella di Sant’Ambrogio di Laveno Mombello. Arrivati nella cittadina, si percorre il lungolago in direzione della stazione non lontano dall’imbarcadero, le cui imbarcazioni fanno spola tra qui ed Intra, frazione di Verbania.
STAZIONE DI CALDE’- RIFUGIO GRANDI ADAMOLI: 2H
RIFUGIO GRANDI ADAMOLI- PIZZONI DI LAVENO: 50min
PIZZONI DI LAVENO- CASERE: 30min
CASERE-BRENA: 30min
BRENA- STAZIONE DI LAVENO MOMBELLO LAGO: 40min