Le linee S nel capoluogo lombardo sono più di 10, vengono aggiunte linee, aperte stazioni e inaugurati collegamenti con la rete metropolitana milanese. I milanesi, nonostante siano grandi viaggiatori spesso non conoscono queste linee che hanno un grandissimo potenziale per qualche giro anche nella prima cintura della città. Un esempio è San Giuliano milanese, un grosso comune nella periferia sud di Milano, un tempo borgo agricolo e poi con il boom economico tra gli anni 60-70, è diventato una di quelle zone super urbanizzate fatta di anonimi palazzoni che caratterizzano spesso le periferie delle metropoli. San Giuliano e nello specifico la frazione di Viboldone, preserva però ancora degli scorci di quella che era la vita rurale e religiosa lombarda. Il tutto è inserito all’interno della cornice del Parco Agricolo Sud di Milano istituito nel 1990 che comprende aree agricole e forestali di grande interesse sia naturalistico che storico e nella Strada delle Abbazie, percorso storico religioso per la valorizzazione del patrimonio ecclesiastico.
🚂Linea S1, stazione di San Giuliano Milanese
🏃Lunghezza: 1km
⏰️Durata: 15min
↗️Dislivello: 0m
☀️Periodo Consigliato: in ogni stagione
💪Difficoltà: molto facile
Dalla stazione di San Giuliano, si prende il sottopasso ferroviario in via Papa Giovanni Paolo II. I grandi amanti dei treni non potranno che rimanere estasiati dalla seconda serie di binari dove sfrecciano dai treni dall’alta velocità ai regionali che provengono o vanno verso sud. Poco più avanti il percorso in sicurezza porta verso l’Abbazia di Viboldone attraversando il Cavo Vettabia. Intorno oltre ai meno attrattivi pali elettrici coltivazioni di marcite, foraggio ad elevata produttività che grazie all’acqua sorgiva che non gela mai ne permette la produzione anche nel periodo invernale.
Si arriva così all’Abbazia fondata nel 1176 e completata nel 1348 dagli Umiliati. Questo ordine religioso nacque in pieno Medioevo, un movimento il cui obiettivo era il ritorno verso una fede più austera e che seguisse i dettami di una vita frugale in contrapposizione al materialismo e al privilegio che spesso caratterizzava il clero stesso. I religiosi oltre alla fabbricazione della lana dedicavano il loro tempo alla cura dei campi attraverso tecniche molto innovative per l’epoca. Dopo che Carlo Borromeo sciolse l’ordine, nell’abbazia arrivarono Benedettini Olivettani. Dopo la soppressione anche di questo ordine per un periodo l’abbazia fu abbandonata fino quando durante la Seconda Guerra Mondiale venne ripopolata da un gruppo di monache. Uno splendido edificio religioso, con la sua facciata ed il campanile che svetta nel Parco Agiroclo Sud di Milano e ancora più sorprendente è entrare dalla porticina in legno all’interno. Una ricca presenza di affreschi facenti parte della Scuola giottesca, tra tutte queste opere quella che cattura l’attenzione è il Giudizio Universale di Giusto de Menabuoi del XIV secolo.
Oltre all’Abbazia merita un giro nella frazione rurale di Viboldone tra le sue cascine e scorci fermi nel tempo che fanno dimenticare di essere tra l’Autostrada del Sole, la Via Emilia, uno dei nodi ferroviari più trafficati d’Italia e frequentemente frastornati dagli aerei sopra la testa in procinto di atterrare a Linate. Ma proprio questo aspetto di mantenere ancora oggi l’ atmosfera mistica e agricola tra il caos della metropoli rende Viboldone e le altre abbazie milanesi, luoghi unici da scoprire.
Stazione di San Giuliano Milanese- Abbazia di Viboldone: 15 minuti