Porto Ceresio si trova sulle sponde dell’omonimo lago da qui parte la Via Verde di Varese che passa nel vicino Parco delle Cinque Vette. Il comune della Val Ceresio è il capolinea della linea Milano- Varese- Porto Ceresio, la prima elettrificata di Italia (1901) che permise alla borghesia milanese un comodo collegamento verso le mete di villeggiatura del varesotto. Il tranquillissimo comune sul Lago di Lugano, immerso nei boschi di castagni di fronte a Morcote( il borgo più bello della Svizzera) fu al contrario durante la Prima Guerra un” luogo caldo”. Qui vennero infatti costruite una serie di sistemi di fortificazioni, la cosiddetta Linea Cadorna, per paura di un attacco da parte delle truppe austro tedesche attraverso la Svizzera neutrale. In questi boschi inoltre durante la Seconda Guerra Mondiale molte persone cercarono di scappare oltre confine guidati spesso dai passeur, delle circa 20 persone arrestate in zona solo la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvisse agli orrori dei lager nazisti. Nel caso vi interessasse la storia ancora più antica sappiate che la zona è un sito UNESCO vista l’importanza paleontologica, nelle rocce dolomitiche e calcaree del Triassico sono presenti reperti fossili di eccezionale valore. A pochi da Porto Ceresio a Saltrio venne rinvenuto uno dei dinosauri più grandi scoperti in Italia: il Saltriosauro. Un itinerario ricco di storia su una linea che dovrebbe tornare a riprendersi la sua vocazione turistica di un tempo.
Linea: Milano- Porto Ceresio, stazione di Porto Ceresio (andata)
Linea: Milano-Porto Ceresio, stazione di Bisuschio Viggiù ( ritorno)
Lunghezza:15km
Durata:5h 45
Dislivello: 860m in salita, 710m in discesa
Periodo consigliato: in tutte le stagioni, in Inverno i sentieri sono spesso pieni di fogliame.
Difficoltà: impegnativo
Dalla stazione in prossimità dell’imbarcadero e dove si trova ancora un vecchio binario per il trasporto delle merci sul Lago di Lugano, si raggiunge il centro di Porto Ceresio e più precisamente Via Garibaldi. Da qui si sale in una mulattiera tra i boschi di castagno per arrivare in prossimità della graziosa località Cà del Monte ( 525 m s.l.m) per una piccola deviazione e poi dirigersi in via Farioli verso il secondo sentiero che porta al Monte Grumello.
Il percorso inizialmente piuttosto in salita, è in alcune stagioni caratterizzato dal fogliame secco che rendono piuttosto difficoltoso il primo pezzo. Dopo aver superato la parte più ripida e seguendo le indicazioni ( di colore giallo) si arriva all’inizio del percorso tra la Linea Cadorna. Un sentiero unico quasi completamente in trincea dove si incontrano bunker e passaggi sotterranei alcuni visitabili. Un tempo le fortificazioni erano zone militari invalicabili ai civili, per la loro edificazione furono espropriati terreni e vietato il pascolo, oggi è possibile visitarle ma è doveroso fare attenzione durante tutto il tragitto e introdursi solo nei siti visitabili. Nell’ultima parte, delle corte deviazioni portano in trincee/postazioni di tiro panoramiche sul lago. Si arriva così in cima al Monte Grumello, qui il panorama rende chiara l’idea della posizione strategica della zona.
Si scende dal Grumello e si percorre per pochissimo il sentiero che porta verso il Monte Casolo, per deviare sul tracciato poco segnalato che porta verso il Monte Pravello. Una prima parte spesso impegnativo per il fogliame a terra che risale il Rio Vallone, per poi riprendere fiato in un bosco pianeggiante, prima dell’ultima salita sul Monte Pravello tra i cippi di confine. Arrivati al Monte Pravello ( 1015m s.l.m) diviso tra Italia e Svizzera, ci si gode il panorama A 360° sul lago, Lugano il Parco delle Cinque Vette, il Monte Tamaro, Monte Lema e sulle altre vette dell’Arco Alpino. Il Monte Pravello si trova nel comune di Saltrio, dove sono presenti le famose cave dove si estraeva una particolare pietra che venne impiegata nella costruzione di alcuni importanti edifici tra cui il Campidoglio, il Duomo di Milano, la Certosa di Pavia e visto che parliamo di trekking ferroviari come non citare la stazione di Torino Porta Nuova. Volendo si può fare una piccola deviazione di cinque minuti verso il Poncione D’Arzo (1015 m s.l.m) , rilievo interamente in Svizzera con una vista non particolarmente sorprendente.
Si riscende verso il Monte Orsa (998 m s.l.m) qui inizia il secondo percorso sulla Linea Cadorna, ben conservata e con finestrelle usate come postazioni di tiro che regalano panorami mozzafiato.
Continuando, con qualche scorcio sulla zona del Mendrisiotto, si entra in una grossa galleria:un magnifico complesso fortificato, utilizzato come punto di osservazione e dove si trova un cannone dell’artiglieria.
Usciti di nuovo all’aria aperta si scende così a Viggiù seguendo il corso del torrente Poaggia. Viggiù è un delizioso paese famoso un tempo i cavatori (picaprèda), scalpellini (picasàass) e scultori lavoravano in sinergia per la costruzione di palazzi e statue commissionate in vari luoghi della penisola. Ancora oggi la vocazione artistica dei viggiutesi è visibile nelle tante decorazioni presenti nelle case e nel Museo dei Picassàs. Tra le cave di Viggiù e Besate si formò come scappellino, lo scultore elvetico Vincenzo Vela, uno degli scultori realisti più celebri dell’Ottocento che scolpì personalità come Garibaldi e Vittorio Emanuele II. Il trekking nelle termina scendendo per Via alle Cave dove si segue l’itinerario n. 4 ( Loc.Bevera) che porta a valle e poi si raggiunge la Stazione di Bisuschio- Viggiù sulla stessa linea dell’andata
STAZIONE DI PORTO CERESIO-MONTE GRUMELLO: 1H35
MONTE GRUMELLO- MONTE PRAVELLO: 1H30
MONTE PRAVELLO-MONTE ORSA: 20min
MONTE ORSA-VIGGIU’: 1H20
VIGGIU’- STAZIONE DI BISUSCHIO VIGGIU’: 1H