Un percorso molto impegnativo di 30km che dalla stazione di Bianzè sulla linea Milano-Torino, percorre la zona delle risaie del vercellese per arrivare poi a Trino sulla linea Alessandria-Chivasso. Il periodo migliore è quello tra Aprile e Maggio, quando le risaie vengono inondate, le giornate sono più fresche e la passeggiata è accompagnata dal gracidare delle rane e dal volo degli ibis sacri. Un itinerario tutt’altro che monotono, si cammina infatti tra le grange ( grosse aziende agricole tipiche della zona), ammirando alcune tra le tenute meglio conservate della Pianura Padana, in cui si coltiva il riso anche grazie ai canali artificiali opera dell’ingegneria ottocentesca. Per gli amanti dell’urbex,: una centrale nucleare” abbandonata, la ghost town di Leri Cavour e alcuni siti religiosi in rovina con storie alquanto diaboliche, in una zona definita talvolta maledetta. Il percorso scende verso Trino con vista sulle risaie e sull’ex centrale nucleare Enrico Fermi. Il comune non lontano dalle colline del Monferrato, dal Fiume Po e con alle spalle un’importante aria boschiva, è una grandissima sorpresa: un bel centro storico in cui abitava anche una piccola comunità ebraica. Ai margini dell’abitato alcuni edifici operai di rilevante importanza storica e architettonica legati alla storia dell’imponente cementificio. Si conclude l’ itinerario nella stazione in mattoni rossi di Trino, con la sua aria malinconica e un po’ trasandata che fa trasparire l’importanza che aveva un tempo lo scalo ferroviario, è bello immaginare che nei vari periodi storici sia stato animato da mondine, famiglie ebraiche, operai del cementificio, ingegneri nucleari… Riprendendo il treno sulla Alessandria-Chivasso non si potrà non apprezzare, la variegata escursione e ringraziare che questa linea, che fu a rischio chiusura all’inizio degli anni 2000, sopravviva e permetta di scoprire luoghi con un grandissimo potenziale turistico. Un piccolo accorgimento, questo percorso è fruibile solo nei giorni feriali, durante i giorni festivi i treni non circolano sulla linea Alessandria-Chivasso.
🚂Linea Milano-Torino, Stazione di Bianzè (andata)
🚂Linea Alessandria-Chivasso, Stazione di Trino (ritorno)
🏃Lunghezza: 30km
⏰️Durata: 7h20
↗️Dislivello: 50m in salita, 100m in discesa
☀️Periodo Consigliato: da Marzo a metà Giugno, quando si allagano le risaie e comincia a crescere il riso, da evitare in Estate.
💪Difficoltà: molto impegnativo
Dalla stazione di Bianze’ si raggiunge il Corso Italia, respirando l’atmosfera di un tipico borgo della pianura vercellese strettamente legatto alla coltivazione del riso. Si prende poi la via Testo e continuando su poderale nelle risaie, si passa per Cascina Pulalla, fino ad attraversare il ponte sul famoso Canale artificiale Cavour.
L’opera idraulica, all’avanguardia ed utilizzata per l’irrigazione dei campi, fu costruita durante il nascente Regno D’Italia tra il 1863 ed il 1866, deviando le acque del Fiume Po per ben 82km e rigettarle poi nel Ticino.
Passato il ponte si continua in direzione della Tenuta Torrone della Colombara nata alla fine del 1200 come ostello per i viandanti ( qui passa la Via Francigena) e poi divenuta nel 1500 una tenuta agricola dei frati cistercensi che introdussero la coltura del riso. Oggi questo spazio, in prossimità della Centrale Nucleare Trino 2, è visitabile ed accoglie all’interno spazi che raccontano la storia della vita agricola.
Si prosegue in direzione della frazione di Colombara nel comune di Livorno Ferraris, dove si trova la Chiesa di San Giovanni Battista, una delle più scenografiche del vercellese all’interno di una risaia ed in prossimità di un cimitero abbandonato. Dal ristoro di Cascina Galeazza si seguono le indicazioni della Via Francigena, costeggiando il canale Navilotto di Saluggia.
Si arriva quindi nella desolante ma affascinante zona limitrofa della Centrale Nucleare Trino 2 che grazie al referendum del 1987, non divenne ( come da progetto originario) una seconda centrale nucleare del comune di Trino. Si percorre tutto il vialone con gli alti pali per l’illuminazione, deviando poi in una stradina asfaltata secondaria che porta verso la Ghost Town di Leri Cavour.
Un tempo questo luogo era una delle grange più importanti e produttive della zona e di proprietà della famiglia Cavour. Oltre alla tenuta agricola, si sviluppò un grazioso borgo con la chiesa settecentesca, le case padronali e quelle per i braccianti, i fienili, il mulino… Con la chiusura della vicina centrale e per altre vicissitudini, il borgo pian piano fu abbandonato ed oggi è una ghost town a tutti gli effetti.
Ci si incammina così in prossimità di Castelmerlino verso la splendida tenuta Darola risalente ai primi del Novecento. A questo punto il percorso continua su strada asfaltata ma poco trafficata. Si incontra il cimitero abbandonato di Darola, dove si racconta che frati e novizie della vicina Abbazia di Lucedio praticassero dei riti satanici.
Poco più avanti si trova l’antico sito religioso facente parte dell’abbazia di Lucedio, altro luogo sinistro della zona che fu edificato dai monaci cistercensi nel 1123. Per motivi interni alla gestione latifondista dei monaci la proprietà fu poi ceduta ad una ricca famiglia del Monferrato che acquisirono dai Savoia il titolo di principi, da qui il nome attuale di Principato di Lucedio. Di questo splendido complesso che in Primavera si riflette nell’acqua delle risaie, si raccontano storie tramandate nel tempo, di possessioni demoniache, mummie e sigilli che imprigionerebbero Satana.
Altro sito singolare dirigendosi in direzione di Montarolo, è il vicino Santuario di Maria delle Vigne adiacente ad un inquietante cimitero anch’esso in stato di abbandonato. L’edificio religioso edificato nel 1696 è oggetto di singolari vicende legate sempre a culti oscuri ed esoterici e possessioni da parte dei religiosi della vicina Abbazia di Lucedio. Si narra inoltre che lo spartito raffigurato all’interno della chiesa se suonato al contrario possa far riapparire il diavolo.
Il percorso prosegue sulla Strada Carreggiabile Principale all’interno del Bosco delle Sorti e della Partecipanza di Trino, bosco sacro fin dai romani che venne sempre risparmiato dalla distruzione per far spazio alla monocoltura del riso. Si esce da questo polmone verde con una vista sull’ ex Centrale Nucleare Enrico Fermi e sul cementificio per incamminarsi lungo le ultime risaie verso Cascina dei Frati, attraversare il Canale Riva, Cascina Belvedere ed arrivare in via Sabotino a Trino.
Il comune di Trino mantiene un grazioso e tipico centro storico porticato, alcuni siti religiosi cattolici interessanti e anche qualche resto della presenza ebraica in città, tra cui l’anonimo edificio in Corso Italia 64 dove sorgeva la sinagoga, i cui interni si trovano ora in Israele ed il cimitero ebraico in via Cesare Battisti. Altra zona interessante della cittadina è quella adiacente alla stazione e al cementificio dove si trovano alcune case per i dipendenti: da quelle per gli operai, gli impiegati ed i dirigenti. Visitata la zona ci si reca in stazione con vista ravvicinatissima del cementificio per prendere il treno.
STAZIONE DI BIANZE’- TENUTA TORRONE DELLA COLOMBARA: 2h30
TENUTA TORRONE DELLA COLOMBARA- COLOMBARA: 10min
COLOMBARA- LERI CAVOUR: 1h
LERI CAVOUR- PRINCIPATO DI LUCEDIO: 1h
PRINCIPATO DI LUCEDIO- SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLE VIGNE: 40 min
SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLE VIGNE- TRINO: 2h